Se facciamo un giro a Firenze, non possiamo non andare a fare una visita alla Galleria degli Uffizi, scrigno magnifico di meravigliose opere d'arte.
Nella sala dedicata a Sandro Botticelli, troviamo "La Calunnia" (1494-1496 circa), piccolo, messo a confronto con altri capolavori del pittore che troviamo nella stessa sala, come la "Nascita di Venere" o "La Primavera", ma che nei suoi 62x 91 centimetri, condensa tutti i significati che l'artista ha voluto rappresentare.
La sua lettura si esegue da destra verso sinistra.
La tavola raffigura una vasta sala aperta sul mare, incrostata da fregi e rilievi dorati e statue di uomini e donne illustri.
Un re siede in trono ed ha delle lunghe orecchie asinine, in cui due donne, personificazioni del Sospetto e dell'Ignoranza, sussurrano insinuazioni mentre il re tende il braccio verso un uomo incappucciato, il Livore, che fa altrettanto.
Questi è accompagnato da una fanciulla con una torcia ardente, la Calunnia, cui altre due giovinette l'Invidia e la Frode, abbelliscono i capelli con fiori e nastri per renderla più seducente e credibile.
La Calunnia trascina con la mano destra per la chioma il calunniato, ignudo e con le mani giunte in preghiera e, all'estrema sinistra della composizione, sono affiancate una vecchia macilenta con i vestiti logori, la Penitenza (o Rimorso ?) e una fanciulla ignuda con lo sguardo e la mano destra levati al cielo, personificazione della Verità che viene da Dio e alla fine trionfa.
Dal Vasari ci giunge notizia che il Botticelli avesse regalato il dipinto "ad Antonio Segni suo amicissimo" e forse lo avrebbe eseguito per festeggiare la riabilitazione dell'amico ingiustamente accusato per i suoi trascorsi filomedicei nel periodo della repubblica savonaroliana.