Parlare di se stessi, non è facile, e io cosa posso dire di me? Amo l'Arte in tutte le sue forme,pittura, scultura, musica...Tutto quello che fa bene agli occhi,alle orecchie e al cuore fa parte integrante della mia vita e del mio modo di vivere. Ho chiamato questo mio blog "I sentieri dell'Arte", proprio perchè su questi "viottoli" incantati possiamo trovare tante piccole cose che ci riconciliano con il mondo intorno...almeno così è per me! Mi basta guardare un quadro o ascoltare un po' di buona musica per ritrovare la serenità, e non è necessario che questi siano un Renoir o una sonata di Mozart, basta che siano delle belle cose da vedere e da ascoltare. Spero di condurvi nel mio mondo nel miglior modo possibile...Patrizia

Lettori fissi

27 dicembre 2010

La scatola della Befana....








Povera Befana! E' stata veramente una notte movimentata!!
Prima ha "centrato" tutti i muri delle case che doveva visitare per riempire di dolcetti le calze appese ai camini dai bambini....poi, un po' ammaccata, è rimasta incastrata nel comignolo su di un tetto!
Non è ancora il 6 Gennaio, ma mi sono portata avanti con il lavoro, una scatola per dolci che mi sono divertita tanto a realizzare, costruendo tutte le miniature a mano e decoupando la base "costruendo" la sceneggiatura di una notte da "Befana"!
Step by step sul numero 65 di Laboratorio di Découpage, Gennaio 2011
Buon lavoro!

24 dicembre 2010

Buon Natale!





Tantissimi Auguri a tutti per un sereno Natale!
Patrizia

17 dicembre 2010

Decorazione: c'era una volta....e c'è ancora!





Tra il '600 e il '700, in Sicilia si sviluppò l'arte di modellare la cera che in termine tecnico si chiamò "ceroplastica".Veramente la sua nascita avviene già nel medioevo e fin da allora si profuse particolare attenzione nella cura di ogni dettaglio,le opere che ne venivano fuori erano dei capolavori assoluti di certosina pazienza. Partita da monasteri e conventi di Palermo e Trapani,quest'arte si diffuse un po' in tutta l'Isola e nel '600 gli artigiani divennero così bravi da essere richiesti in tutta Europa. Tra i piu' importanti bisogna citare il siracusano Gaetano Zumbo (o Zummo)che dopo aver fatto l'apprendistato in Sicilia, fu chiamato alle corti piu' importanti dell'epoca. I suoi lavori si possono ammirare a Napoli, al Museo della Specola di Firenze dove si trovano alcune delle sue opere piu' famose come il Trionfo del Tempo e la Corruzione dei Corpi, a Bologna si possono ammirare (per chi se la sente!)molte opere che rappresentano parti anatomiche umane realizzate per il piu' importante centro di anatomia umana dell'epoca. Al Victoria and Albert Museum di Londra, invece si trova una bellissima Natività che il famoso museo acquistò nel 1953.E proprio con le Natività e i Bambinelli che l'arte della ceroplastica incontra il favore popolare. Bellissime composizioni sotto campane di vetro, con Bambinelli dormienti, benedicenti o semplicemente seduti, trovano posto nei palazzi nobiliari come nelle umili case del popolo, e diventano bene prezioso da lasciare in eredità a chi verrà dopo....
Da bambina, mi è capitato di vedere questi preziosi manufatti e restavo incantata a guardare la minuziosità dei particolari, dei fiori, che avevano ognuno un significato diverso, un linguaggio simbolico oggi forse incomprensibile:la passiflora simbolo di fedeltà, la dalia, segno di riconoscenza,i piccoli crisantemi, emblema del dolore, le campanule, metafora di ubbidienza e remissività, i garofani che con i loro semi a forma di chiodo rimandano alla Crocifissione di Cristo.
Oggetti preziosi che adesso si possono ammirare solo nei musei e nelle collezioni private...
Era tanto tempo che desideravo costruirne uno che si ispirasse ad uno di quelli visti da bambina e finalmente ho trovato il tempo e l'ispirazione giusta per la sua realizzazione. Purtroppo il Bambinello è di produzione industriale (e non rinuncio all'idea di scolpirlo a mano...) ma i fiori, quelli no! Li ho fatti uno per uno a mano, modellandoli e componendoli su di un arco verde e sul muschio e la corteccia naturali che fanno da seduta al Bambino. Al centro dei fiori a simulare i pistilli ho messo dei rametti di corallo di Trapani nella migliore tradizione della mia zona.Un tocco prezioso in piu'! E così anch'io ho il mio Bambinello, non sarà antico come quelli visti da piccola, ma tra un po' di anni (facciamo cento?)lo sarà anche lui!

6 dicembre 2010

Decorazione : Tegole di Natale



Ebbene si! Rieccomi in edicola con un altro Speciale Natale tutto mio!
14 progetti con le tegole di tutte le dimensioni,lavori con varie tecniche: découpage tridimensionale,3d prospettico,costruzione di miniature e altro ancora...non mi sono risparmiata!! Ho iniziato a lavorarci in Giugno, e così tra un bagno al mare e un po' del sole caldissimo della mia terra, creavo tegole immaginandomi distese di neve bianchissima , cori di bambini che intonavano deliziose canzoncine natalizie che cantavo anch'io per farmi venire l'ispirazione,e che con una temperatura fuori di 40° non è cosa semplice!
Comunque è andata!E finalmente mi trovo tra le mani il risultato della mia fatica e devo dire che ne sono veramente soddisfatta! Un grazie va alla Cigra che mi accorda fiducia e che ricambio dando del mio meglio!Un grazie grandissimo a tutti voi che lo acquisterete e...avanti tutta con la creatività!...Dimenticavo: BUON NATALE!

20 novembre 2010

Decorazione:le mie nuove creazioni natalizie su Laboratorio di Découpage N° 64







Continuano le pubblicazioni dei miei nuovi lavori natalizi su Laboratorio di Découpage (Ed. Cigra 2003)...un invito a lasciare libera la fantasia e la creatività!

17 novembre 2010

Decorazione:...iniziamo a fare l'Albero di Natale?




Non manca poi tanto al Natale, iniziamo a preparare qualche decoro per l'Albero...piccoli, discreti e che all'occorrenza diventino dei simpatici pensierini per i nostri amici piu' cari....

14 novembre 2010

Corso per Découpage Italia: decorazione in stile Meissen ( Messina - Ottobre 2010)



L'amore per l'antiquariato e le belle cose di un tempo ormai lontano, hanno sempre in qualche modo influenzato le mie creazioni. Da questo mio osservare è venuta fuori questa tecnica decorativa che si rifà allo stile della porcellana di Meissen,manifattura che amo in maniera particolare.Nel mese di Ottobre sono stata invitata a tenere un corso per le socie di Découpage Italia (Associazione Italiana di Découpage) a Messina. E' stata una giornata molto intensa, passata a lavorare con delle persone speciali, che saluto e abbraccio....

23 ottobre 2010

Decorazione:.... aspettando il Natale!




Una tra le piu' grandi soddisfazioni che ho avuto finora, è stata quella di poter pubblicare le mie creazioni. Questa possibilità mi è stata data dalla rivista Laboratorio di Découpage della casa editrice Cigra 2003.Nel 2008 nella mia posta elettronica trovai una mail che mi commosse e che ancora conservo, con la quale la direzione di allora mi proponeva di collaborare con la loro pubblicazione. Era un sogno che si realizzava! Non mi ero mai fatta avanti , nemmeno mandando delle foto di miei lavori, perchè non credevo che nel panorama dei decoupeurs italiani ci fosse posto anche per me...e invece! Avevano visitato il mio sito , il primo che ho realizzato nel 2006, e le mie creazioni erano piaciute.....E ancora piacciono visto che tutta la redazione della rivista è cambiata e che mi hanno riconfermato come loro collaboratrice! Ho pubblicato tanti lavori, ad alcuni sono piu' legata che ad altri, ma tutti sono stati realizzati con la stessa passione e cura. Vedere le proprie creazioni in copertina nelle edicole è un'emozione che non si può descrivere! Nel 2009 mi hanno affidato la realizzazione di uno speciale Natale, mi sono impegnata al massimo per creare delle cose carine e originali e dev'essere andato bene visto che quest'anno si replica con uno speciale tegole di Natale di prossima uscita....Sono veramente contenta di quello che ho creato e spero che anche voi che comprate le riviste lo siate altrettanto...
Un ringraziamento particolare va alla redazione di Laboratorio di Découpage, accordandomi la loro fiducia mi hanno spronato a creare e a mettermi in gioco di continuo...un bel gioco!
Grazie Cigra e grazie a tutti voi che mi seguite! Alla prossima....





16 ottobre 2010

Decorazione: il maestro delle luci e delle ombre...Caravaggio



L'opera che ho usato per la realizzazione di questo grande piatto è una delle prime tele dipinte da Caravaggio a Roma: il "Fruttarolo".
L'esecuzione nel suo insieme, presentava varie difficoltà,non tanto nella scelta e nel ritaglio dell'immagine, ma quanto alla scelta del supporto che non volevo fosse banale e scontato come possono esserlo una tavola o una tela.Ho trovato in questo grande piatto in terracotta (cm 50 di diametro)lavorato con una bella cornice di frutta a bassorilievo, la base ideale per l'idea che mi girava in testa. Ho preparato accuratamente la base per accogliere la pittura dello sfondo: ricreare le luci e le ombre del Caravaggio, non dico che sia quasi impossibile, ma è una bella sfida...mi sono venuti in aiuto i tanti anni passati a dipingere ad olio...
Creato lo sfondo,ho posizionato il ritaglio in un unico pezzo e iniziato l'annegamento: tante e tante mani fino alla scomparsa dello scalino della carta e dopo ho fatto la doratura a foglia oro della falda sbalzata, brunito e lucidato con la pietra d'agata.Ho impreziosito il retro con un craquelè finissimo color oro su base nera.Questo lavoro è andato in Certificazione Découpage Italia nel 2008 premiato con una coccarda Arancione e si è classificato al Primo posto di un concorso su una rivista specializzata italiana.




Un po' di storia...

Adoro Caravaggio! Il suo tormento,la sua continua ricerca della semplicità nelle cose piu' sublimi e mistiche..
La sua vita si dibatte tra cronaca nera e grandezza artistica, genio amato, maledetto,contrastato , esaltato e perseguitato dai suoi contemporanei...troppo avanti, troppo oltre le vedute ristrette e compiacenti di un'epoca che gli stava stretta.Imbarazzante il suo talento,oltraggiosa la sua pittura che metteva a modello gente delle bettole che frequentava per raffigurare madonne e santi...blasfemo!
Ma erano visi veri, rughe scavate dalla miseria e dagli affanni di una vita che li privava di ogni cosa, piedi sporchi e sudici che fecero gridare allo scandalo i prelati che gli avevano commissionato la "Madonna dei Pellegrini"...
La morte raffigurata nella sua crudezza e realtà nella "Resurrezione di Lazzaro"; un Lazzaro ancora morto e inerte e che ebbe come modello un cadavere vero, provocando comprensibili malumori nelle altre comparse di questa tela e soprattutto degli uomini che sorreggevano il corpo...
La morte: tema amato dal Caravaggio, egli stesso si raffigura nella testa mozzata del gigante Golia, tenuta stretta per i capelli dal pugno di Davide. La sua unica firma nel rivolo di sangue che esce dal collo mozzato di un condannato a morte!
Di esecuzioni pubbliche in quell'epoca di certo le autorità no ne lesinavano, erano sempre degli eventi molto pubblicizzati e il pubblico non mancava mai...anche il giovane Michelangelo Merisi da Caravaggio, appena arrivato a Roma assistette ad un'esecuzione celebre: quella della giovanissima Beatrice Cenci, e ne fu talmente colpito che il tema della decapitazione ricorrerà spesso nei suoi quadri.
Cresciuto e maturato in mezzo a tanta violenza, diventò egli stesso violento,un uomo dalla doppia anima, meraviglioso artista ispirato da Dio e uomo misero, collerico e in questa dualità vi è la lettura della sua opera: siamo soli, davanti al mistero della vita e del destino,alla miseria e all'eternità dell'uomo.
Caravaggio ci invita ad entrare nei suoi quadri, senza filtri,come fa lui stesso raffigurandosi in alcune tele ma in posizione defilata, come se fossimo noi stessi spettatori di quella scena "in quel momento" un'istantanea di un attimo di vita non nostra, ma a cui siamo stati invitati a partecipare....
Le ombre di Caravaggio sono luminose come le sue luci, non è un controsenso, nell'ombra si dipana una vicenda che si presenta chiarissima,i personaggi sono nitidi anche al buio; la mano del Cristo che ordina a Lazzaro di tornare in vita è il centro della scena, eppure non è in primo piano, stessa cosa per la "Vocazione di San Matteo":il Cristo in penombra tende la sua mano verso Matteo seduto al tavolo, nella luce piena che entra da una finestra e che con sguardo interrogativo sembra chiedere "...chi...io?"
Luci ed ombre, proprio com'è stata la sua breve vita: illuminata dalle opere sublimi che ci ha lasciato e oscurata dalle ombre violente che lo portarono prima in esilio, condannato a morte, e proprio quando fu graziato nel suo viaggio di ritorno in Italia,ebbe la sventura di essere scambiato per un altro e imprigionato.Rimane in prigione due giorni, poi riesce a dimostrare la sua identità, ma è troppo tardi, viene colto dalla febbre malarica e muore solo, sulla spiaggia di Porto Ercole. Per secoli si è detto che fosse stato ucciso durante un diverbio con un altro "galantuomo", ed invece dove non potè la spada o il pugnale potè la malattia.
Era il 18 Luglio 1610:aveva 39 anni. I pittori di tutta Europa avevano già cominciato ad accogliere le novità del suo stile, grazie a lui era nata un'arte nuova, ma Michelangelo Merisi da Caravaggio non aveva fatto in tempo ad accorgersene.

23 settembre 2010

Decorazione : "La Condizione Umana"



La condizione umana
Libera interpretazione da un'opera di V.Kush


La pittura surrealista è sempre stata una delle mie passioni, artisti come Dalì e Magritte mi hanno sempre affascinato con il loro modo di trasporre in pittura la visione onirica della realtà. Non da meno sono le nuove leve del movimento surrealista, anzi, ci sono schiere di giovani artisti che suscitano meraviglia e anche un po’ d’imbarazzo nel mondo a volte spietato dell’arte, dove farsi strada puo’ diventare un’impresa molto ardua se alle proprie spalle non c’è la “protezione” di qualche gallerista lungimirante.
Un artista che non ha avuto bisogno di tutto questo è senza dubbio Vladimir Kush, russo di nascita ,ma americano d’adozione che stupisce il mondo artistico con i suoi quadri sempre piu’ perfetti e portatori di messaggi sempre molto profondi.
Ed è stata proprio un’opera di Kush a far scattare in me la creazione di questa scatola che definire portagioie è riduttivo, perché non è stata creata per un fine specifico, ma come oggetto artistico fine a se stesso, ossia la rappresentazione visiva della Condizione Umana.O almeno come io l’ho immaginata .
Ho iniziato il lavoro scegliendo un supporto che ben si sarebbe prestato a quello che avevo in mente, ossia una progressione di superfici con immagini diverse , ma con un filo logico che le unisse.
La scelta è caduta su una scatola tonda in terracotta rossa, materia umile e nello stesso tempo viva, materia che amo lavorare e rifinire nei piu’ svariati modi. L’immagine scelta, poi, si prestava perfettamente alla sua forma ….
Ho dipinto tutta la superficie imitando la piuma di noce (faux finish), con le sfumature e i nodi che caratterizzano questa particolare qualità di legno pregiato e posizionato l’immagine di Kush che raffigura la visione onirica di un nido di calabroni al cui interno s’intravedono dei piccoli esseri umani su una spiaggia , circondati minacciosamente dai nidi degli insetti. Io vi ho visto la natura che si ribella all’uomo che con i suoi comportamenti irresponsabili, ha inferto delle ferite profonde e insanabili al mondo che lo circonda…..






All’interno della scatola ho dipinto a mano con gli acrilici senza disegno preparatorio, ma dividendo gli spazi, quello che s’intravede dal trompe l’oeil sul coperchio: l’ultima spiaggia su cui l’umanità si ritrova a causa dei propri errori e orrori inferti alla natura con la possibilità di scegliere se andare avanti, verso l’ignoto, rappresentato dall’oceano, o far ritorno sui propri passi, la scala, rivedere i comportamenti sbagliati e cercare di porvi rimedio…ma bisogna far presto perché la minaccia dei calabroni incombe ( i nidi…).




All’interno del coperchio ho realizzato un assemblaggio di parti di immagini miste a pittura, creando un trompe l’oeil al contrario, cioè una visione dall’interno verso l’esterno della scatola, e quindi l’apertura del nido vista dalla spiaggia, con gli insetti pronti ad entrare…..
Le difficoltà tecniche sono state sempre quelle che s’incontrano quando si prepara un oggetto da portare in Certificazione (Maggio 2009), la nascita dell’idea che nella testa prende forma piano piano e non ci dormi la notte…, la scelta del supporto piu’ adatto, la creazione pittorica (con una mia tecnica personalissima) del faux finish e del figurativo e la rifinitura perfetta che ha dato a tutta la scatola l’aspetto della porcellana…in tutto nove mesi di lavoro, la genesi di una creatura a cui sono particolarmente affezionata….
E così ho portato a termine un lavoro che a primo impatto può sembrare di difficile comprensione, ma che adeguatamente osservato fa chiarezza sul messaggio in esso racchiuso: diamoci tutti una regolata! Rispettiamo l’ambiente e le sue creature.. un giorno potremmo non avere piu’ una “scala” da risalire a ritroso per rimediare a tutti i nostri errori ed orrori commessi…

25 agosto 2010

Decorazione: "giocare" con le pietre...e i pennelli !







OMAGGIO AD ANTONIO CIOCI MAESTRO DEL COMMESSO FIORENTINO


Vassoio in terracotta con bassorilievi e imitazioni marmoree (dimensioni cm.54x38)






Questa è stata una delle opere che finora mi ha impegnata di più, iniziata a marzo 2009 per essere pronta a maggio 2010 per la Certificazione DI (Découpage Italia) . La passione che da sempre nutro per la storia dell'arte mi porta ad approfondire lo studio di tecniche del passato ed artisti purtroppo poco conosciuti. Uno di questi è Antonio Cioci che assieme al figlio Leopoldo, fu tra i più geniali modellisti per il commesso fiorentino, degno erede del grande Giuseppe Zocchi, maestro apprezzato alle corti di tutta Europa; riuscì a creare, fra il 1792 e il 1797, delle opere per la realizzazione di alcuni tra i più bei capolavori in marmo e pietre dure che si possono ammirare a Firenze alla Galleria Palatina e all'Opificio delle Pietre Dure. Perchè il modello su tela? Semplicemente perchè serviva da guida per il soggetto da andare ad intarsiare e per abbinare i marmi e le varie pietre ai colori corrispondenti dei soggetti dipinti , in poche parole prima nasceva il quadro e poi il commesso! L'immagine che ho usato sul mio vassoio, tagliata, scomposta e ricomposta per una composizione ottimale è proprio un'opera di Antonio Cioci realizzata poi in commesso di pietre dure da lui stesso, che oltre ad essere un ottimo disegnatore e pittore, è stato tra i pochissimi artisti, se non l'unico, a realizzare personalmente la trasposizione dal quadro in intarsio. Di solito il cartone o la tela con il lavoro veniva portato ai valentissimi artigiani fiorentini il cui nome ,purtroppo, rimane sconosciuto (le maestranze dell'Opificio restavano nell'anonimato...) .L'opera che ho scelto raffigura una collezione di vasi romani, che nell'originale del Cioci è realizzato su porfido rosso egiziano. Proprio quel porfido che l'anno scorso ho presentato come tecnica pittorica ai corsi di Castellabate (bellissima località sulla Costiera Cilentana in provincia di Salerno) per Découpage Italia, l’Associazione Italiana di Découpage, di cui mi onoro di far parte. Il lavoro è iniziato proprio dall'imitazione in pittura della base in porfido (faux finish), dopo aver naturalmente preparato accuratamente tutta la base, carteggiato e ripulito tutti i bassorilievi che si presentavano alquanto "sporchi" da cottura.Dopo aver dipinto il porfido (marmo di cui parlerò prossimamente) ho ricomposto l'immagine ritagliata nei minimi particolari ( da notare i tralci di convolvolo) eliminato parti e aggiunto soggetti in posizioni non originali, e incollato il tutto alla base in porfido.Ho iniziato le verniciature e le carteggiature che si sono protratte per mesi e di cui ho perso il conto, fino a quando la superficie non è stata completamente liscia. Dopo di che sono passata alla finitura della cornice a bassorilievo imitando l'avorio antico. Dipingendo e ombreggiando tutte le parti da mettere in evidenza e dando la caratteristica coloritura della zanna antica. Ho dorato a foglia e oro zecchino i particolari e le cornici interne ed esterne.Sul retro ho imitato in pittura un marmo bianco rosato e delicatamente venato, verniciato , lucidato e poi cerato a dovere.Il perchè di un abbinamento di materiali così diversi tra loro può sembrare azzardato, ma tutto ciò ha invece una spiegazione logica e storica insieme. Sono partita dal fatto che il lavoro del Cioci rappresenti una collezione di antichi vasi romani e proprio a Roma si crearono degli oggetti stupendi scolpiti nel porfido incastonati in cornici di avorio e montati su marmi pregiati! Lo testimoniano alcuni ritratti imperiali che si possono ammirare ai Musei Capitolini a Roma.Un gran lavoro, anche di ricerca, che mi ha appassionato molto e che mi ha dato la grande gioia e soddisfazione di ricevere in Certificazione Découpage Italia, un'altra coccarda rossa, massima qualifica per un découper!

28 luglio 2010

Storia dell'arte - Giuseppe Sanmartino e il Cristo velato: ovvero il mistero nell'arte.












Antonio Canova tento’ di acquistarlo senza fortuna e si dichiarò disposto a dare dieci anni della sua vita “pur di essere l’autore di un simile capolavoro!”
Il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino è veramente un’opera mirabile, poco conosciuta, ma che rientra a pieno titolo fra i più grandi capolavori della scultura mondiale.
Realizzata nel 1753 da Giuseppe Sanmartino (Napoli 1720-1793) , sulla committenza di Raimondo di Sangro Principe di San Severo, nobile napoletano, ma anche alchimista, inventore e scienziato (ma anche massone!), ha dato adito nel corso dei secoli a molte discussioni in merito alla sua realizzazione.
Infatti l’opera, si dice, fu realizzata dietro dettami ben precisi del Principe e sembra che non siano stati usati metodi tradizionali di scultura.
Sorprende la sofisticatezza di esecuzione, che a dir la verità, non si rivede in altre opere del Sanmartino, ne’ precedenti ne’ seguenti al Cristo velato.
Giuseppe Sanmartino fu sì scultore eccelso, ma non seppe più eguagliare l’eccellenza di quest’opera….
E a questo punto le ipotesi sul principe alchimista prendono piede e alcuni studiosi ipotizzano che siano stati adottati dei procedimenti chimico fisici stupefacenti per l’epoca.
Effettivamente osservando la scultura da vicino,si ha proprio l’impressione che il velo circondi una statua già scolpita e non esserne parte integrante. Ma come si è potuto realizzare un velo di marmo?
Gli estimatori del Principe sostengono, grazie ad alcuni documenti ritrovati nella dimora dei San Severo, che i veli sono stati ottenuti cristallizzando una soluzione basica di idrato di calcio o calce spenta. Si sarebbe proceduto in questo modo: la statua veniva posta in una vasca e ricoperta da un velo bagnato; su questi veniva versato latte di calce diluito e sul liquido veniva versato ossido di carbonio proveniente da un forno a carbone. In questo modo si otterrebbe una precipitazione di carbonato di calcio e cioè marmo che andrebbe ad integrarsi alla statua. Ma tutto questo non è mai stato dimostrato….Di sicuro si sa che il Principe in data 16 dicembre 1752 firmò una ricevuta di pagamento per il Sanmartino,conservata presso l’Archivio Storico del Banco di Napoli dove si legge: “..E per me gli suddetti ducati cinquanta gli pagherete al Magnifico Giuseppe Sanmartino in conto della statua di Nostro Signore morto coperta da un velo ancor di marmo..”.
Tutta l’impostazione scenica della cappella è un chiaro riferimento alla simbologia massonica , società a cui il principe apparteneva e di cui ne fu Gran Maestro. La statua del Cristo è situata al centro della Cavea sotterranea, una specie di cripta,illuminata da “lampade eterne” inventate proprio da Raimondo di Sangro e studiando questo tipo di illuminazione, lo scultore esaltò le pieghe del velo che ricopre la figura del Cristo morto per accentuarne la drammaticità. In origine, infatti, la Cavea doveva essere accessibile dalla sacrestia (e non dalla navata della chiesa) e doveva rappresentare la "caverna" massonica che avrebbe contenuto il Cristo, morto, sì, ma simbolo della Resurrezione, così come a nuova vita rinasceva il "fratello" nuovo aggregato alla loggia.
Ma osserviamo bene l’opera nei dettagli : il blocco di marmo è unico, il corpo del Cristo è adagiato su di un materasso,con il capo, reclinato leggermente da un lato, è sorretto da due cuscini, il volto e il corpo sono avvolti da un velo che aderisce perfettamente alle forme del viso e del corpo esanime del Redentore in una cascata di piegoline e risulta talmente leggero e all’apparenza intriso del sudore della morte che sembra aderire al corpo mostrandone i minimi particolari, come la contrattura del volto sfigurato dalle sofferenze, le membra martoriate, l’incavo del ventre denutrito, la piaga del costato e le lacerazioni delle mani e dei piedi. A lato dei piedi , adagiati sopra al velo si trovano gli strumenti del supplizio: la corona di spine, una tenaglia e i chiodi, uno dei quali “pizzica” il tessuto con straordinaria plasticità e realismo.
La visita a quest’opera non lascia indifferenti neanche i più disinteressati all’arte, è qualcosa che colpisce allo stomaco in maniera indelebile, si resta affascinati e contemporaneamente spaventati da tanta sublime perfezione e non possiamo che ringraziare il Principe per averci lasciato tanta bellezza.
Se volete ammirare questo capolavoro lo trovate a Napoli nella Cappella dei Principi di Sangro di Sansevero a Santa Maria della Pietà, o “Pietatella”, in via Francesco De Sanctis.




7 luglio 2010

Decorazione: il Faux finish...imitare con sapienza!


Osservare...toccare...sperimentare...queste sono le fasi iniziali ed essenziali per la realizzazione del Faux finish, o per dirla in parole povere della falsa finitura. Ma cos'è il faux finish? Molto semplicemente quel procedimento pittorico che ricrea ,appunto in pittura, vari materiali, come i marmi, le pietre dure , i legni pregiati,e materie preziose di origine organica come la madreperla,la tartaruga o l'avorio.Ma tutto questo perchè? Perchè dipingere imitando dei materiali che potremmo trovare più o meno facilmente?Molto semplicemente perchè il costo di queste materie è molto alto e per alcuni il reperimento, oltre che difficile, è anche vietato dalla legge, come per esempio per la tartaruga e l'avorio.Molto meglio salvaguardare la natura e ricrearli in pittura anche se non è proprio una cosa da principianti...Osservare..: la prima regola per la buona riuscita di un faux finish è l'osservazione, possibilmente dal vivo, oppure documentarsi cercando più immagini possibili della materia che vogliamo imitare.La cosa può essere più semplice per quanto riguarda i marmi, meno per le pietre dure, difficile per la tartaruga o l'avorio, ma se si diventa assidui frequentatori di mostre o mercati di antiquariato si può avere la fortuna di osservare e toccare degli oggetti con intarsi in questi bellissimi materiali,...cose di altre epoche,quando non c'era ancora una coscienza animalista...Toccare..:la sensazione di caldo o freddo che da il senso del tatto, la setosità o la ruvidezza della superficie,sentirne la perfezione o i difetti, ad occhi chiusi per memorizzarne il contatto con i polpastrelli...Sperimentare... tante e tante volte, fino a quando non avremo il risultato che più si avvicina all'originale: velature di colore, spugnature, venature, la profondità, la lucentezza, tutto dev'essere curato nei minimi particolari e solo allora potremo dire di aver realizzato un faux finish di qualità! Una cosa che è mia abitudine fare quando mi avvicino all'imitazione di un materiale, è studiarne anche l'uso che se ne è fatto nel corso dei secoli, studio che può abbracciare il mondo dell'arte nella sua totalità,dall'architettura,all'archeologia, scultura, pittura e anche la moda come nella riproduzione di gioielli antichi ,al fine di individuare al meglio i supporti su cui andare a riprodurre il mio lavoro, per esempio non rifarei mai un effetto cuoio su di un piatto in terracotta, semmai su un bauletto di legno! Buon gusto e coerenza, prima di tutto! Per render più concrete queste mie disquisizioni,farò su questo blog degli interventi mirati allo studio e alla realizzazione dei vari materiali e con degli approfondimenti inerente al marmo , pietra o elemento decorativo organico a cui mi avvicinerò. Buona lettura!

Nella foto una mia creazione: grande piatto ( diam. cm 50) dipinto ad imitazione marmo Nero Marquina e decorazione print room.

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22 maggio 2010

Scusate....ma sono INTERISTA!!!!





Non c'entra niente con l'arte, ma la gioia è troppo grande!
TITULI TITULI TITULI !!!!!!!!!!
GRAZIE MOURINHO!!!!!

Storia dell'arte : La Calunnia ...non è un venticello!










Se facciamo un giro a Firenze, non possiamo non andare a fare una visita alla Galleria degli Uffizi, scrigno magnifico di meravigliose opere d'arte.
Nella sala dedicata a Sandro Botticelli, troviamo "La Calunnia" (1494-1496 circa), piccolo, messo a confronto con altri capolavori del pittore che troviamo nella stessa sala, come la "Nascita di Venere" o "La Primavera", ma che nei suoi 62x 91 centimetri, condensa tutti i significati che l'artista ha voluto rappresentare.
La sua lettura si esegue da destra verso sinistra.
La tavola raffigura una vasta sala aperta sul mare, incrostata da fregi e rilievi dorati e statue di uomini e donne illustri.
Un re siede in trono ed ha delle lunghe orecchie asinine, in cui due donne, personificazioni del Sospetto e dell'Ignoranza, sussurrano insinuazioni mentre il re tende il braccio verso un uomo incappucciato, il Livore, che fa altrettanto.
Questi è accompagnato da una fanciulla con una torcia ardente, la Calunnia, cui altre due giovinette l'Invidia e la Frode, abbelliscono i capelli con fiori e nastri per renderla più seducente e credibile.
La Calunnia trascina con la mano destra per la chioma il calunniato, ignudo e con le mani giunte in preghiera e, all'estrema sinistra della composizione, sono affiancate una vecchia macilenta con i vestiti logori, la Penitenza (o Rimorso ?) e una fanciulla ignuda con lo sguardo e la mano destra levati al cielo, personificazione della Verità che viene da Dio e alla fine trionfa.
Dal Vasari ci giunge notizia che il Botticelli avesse regalato il dipinto "ad Antonio Segni suo amicissimo" e forse lo avrebbe eseguito per festeggiare la riabilitazione dell'amico ingiustamente accusato per i suoi trascorsi filomedicei nel periodo della repubblica savonaroliana.