Fu colui che portò in Italia , per primo i colori ad olio, tecnica fino ad allora sconosciuta, da noi si dipingeva ancora a tempera,e che aprì orizzonti nuovi al mondo dell'arte italiana. Apripista, appunto, di un modo di fare ritrattistica fuori dagli schemi , innovativo nell'interpretazione degli sguardi , tanto nuovi per quell'epoca, da imbarazzare i suoi contemporanei....
Antonio Di Giovanni De Antonio, nacque a Messina nel 1429 o forse 30 e ancor giovanissimo manifestò la sua propensione artistica, imparò a bottega tra Messina e Palermo e poi si trasferì a Napoli presso la bottega del Colantonio, come apprendista. A Napoli venne in contatto con le opere che arrivavano nelle collezioni reali dai paesi fiamminghi e tutta la sua produzione successiva fu influenzata dalla conoscenza di quel nuovo modo di fare pittura.In seguito si spostò a Venezia , Roma, Milano, in Provenza e nelle Fiandre, riportando con se l'influenza di Piero Della Francesca nella volumetria degli spazi e integrandola con elementi della pittura squisitamente fiamminga. Ritornando ai ritratti, infatti introdusse la tecnica dei tre quarti, mentre ancora in italia si usava fare i ritratti da medaglistica, cioè di profilo. La vista dei tre quarti ,tipica dei fiamminghi, permetteva un'introspezione fisica e psicologica più approfondita dei personaggi ritratti.Il personaggio è raffigurato su uno sfondo scuro con il busto tagliato sotto le spalle , la testa è girata verso destra, mentre gli occhi guardano direttamente lo spettatore cercando un contatto mentale con lui come il molto discusso Ritratto d'ignoto Marinaio conservato al Museo Mandralisca di Cefalù .
Ma le opere che amo di più in assoluto sono il suo "Cristo sorretto da un angelo"(1476-Museo del Prado), ed il" Cristo alla colonna" (1476- Museo del Louvre) una delle sue tante rappresentazioni sul tema.
La prima è sicuramente stata fatta dal pittore dietro commissione privata e dipinta per indurre chi la guardava ad una riflessione sulla passione di Cristo.Il realismo con cui è resa la morte trova il suo apice nelle differenze d'incarnato, tra il roseo dell'angelo e il pallore cadaverico del Cristo.La scena non è tratta da narrazione evangelica, Gesù è già morto e prima che venga deposto nel sepolcro, un angelo impietosito da tanto dolore ne sorregge il corpo esanime, nello sguardo piangente tutta la sua disperazione, mentre il Cristo ha il costato sanguinante, le braccia abbandonate e le mani cadenti, la bocca ancora aperta e dai capelli piccole gocce di sangue cadono sul suo petto immacolato....emozionante e colmo di pietosa veridicità...
Nel "Cristo alla colonna" il primo piano è sconvolgente, quasi cinematografico...Coronato di spine , ingiuriato, deriso, frustato...vero Dio che soffre come un vero uomo...due piccole lacrime gli rigano il volto, la bocca semiaperta, sembra quasi di sentire l'affanno del suo respiro.."Padre mio, perchè mi hai abbandonato?" Tutto sta per compiersi, per finire ...... no! Invece è l'inizio di tutto!
Amo talmente queste due opere da averle riprodotte per tenermele vicine in camera, la sera prima di andare a dormire il mio sguardo si posa su di loro, accanto al letto, una riflessione quotidiana sul dolore e che mi fa addormentare, strano a dirsi, serena....
Alla prossima...
Patrizia
4 commenti:
Che bello questo post! Chi è appassionato di Arte non può che rimanerne affascinato, peccato che tu non hai l'applicazione di G+ altrimenti l'avrei condiviso volentieri....
Grazie Francesco!...Google+ no..però sono su FB, se vuoi puoi condividere lì.....
Ciao
Patrizia
bellissimo post, amo l'arte e non potevo non leggerlo, grazie mille
Bellissimo articolo. Stupenda la Madonna della Lettera che è, oltretutto, la Patrona di Messina. Brava Patti. Un bacio
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